Published On: Dicembre 12th, 20224,1 min read393 wordsViews: 280Tags: ,
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Qui a Pechino, nel 2022, si vive nella paura. Non è un segreto. E’ un successo. Significa che il controllo funziona bene.

La gente ha il terrore degli uomini in tuta bianca. Ha terrore dei censori online. Ha terrore del prossimo ordine dall’alto, che viene sempre comunicato a tarda notte (tutti devono tenere il telefonino sempre acceso). Gli studenti hanno paura dei professori. I professori hanno paura di essere denunciati dagli studenti. Le autorità in università hanno paura di non essere abbastanza spietati, perché i dirigenti sopra di loro hanno la stessa paura. Le autorità hanno paura di perdere il controllo delle notizie.

La misericordia è un peccato. La dolcezza un crimine. Il dialogo un abominio. È scritto nei documenti ufficiali che gli ufficiali da promuovere sono quelli che non dimostrano pietà. E non basta obbedire ciecamente senza domande e senza obiezioni. Bisogna anche ringraziare, perché “potrebbe essere peggio.”

“Grazie padrone che mi bastoni solo due volte al giorno invece di tre”.

Quelli scaltri, furbi, senza scrupoli si adattano bene.  Non esiste vero o falso. Non esiste giusto o sbagliato. Non esiste buono o cattivo. Finalmente il frutto della decisione del bene e del male è di nuovo nelle mani umane.

Ma il Natale è diverso, anche qui a Pechino.  Il bambinello è così fragile. La madre così gentile e servizievole. Il padre confuso ma con un grande senso di che cosa sia giusto e che cosa non lo sia. C’è una potenza nel Natale che le potenze di questo mondo non conoscono.  Anche qui a Pechino.

I pastori si avvicinarono al bambino, come si avvicinano tanti Cristiani cinesi con una fede solida come la roccia. Insegno anche in seminario (controllato dal governo): vedo quanto pregano.  Seguo alcuni gruppi di studio della Bibbia: vedo quanto vogliono ascoltare la Parola. I Magi si inginocchiarono, ma senza dirlo a Erode, come alcuni studenti che conosco.

Anche qui, in un altro lockdown, i misericordiosi trovano misericordia, i miti possiedono la terra, coloro che piangono trovano un senso, e c’è chi usa i propri talenti per creare pace.

Anche qui a Pechino, come dappertutto dove Gesù nasce, c’è una schiera infinita di angeli invisibili.  Non cantano solo “Gloria”. Aprono anche le porte a un Regno che non è di questo mondo. Dove ognuno può entrare.  E dove si parla anche Cinese.

Buon Natale a tutti.

Pechino, Dicembre 2022

Don Michele Ferrero