Si riporta di seguito l’articolo a cura di Paolo Livraghi apparso su Il Piccolo di Alessandria.
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“Il centro Don Bosco? Grazie a scuola (CNOS-FAP), oratorio e parte sportiva, che non è solo limitata al calcio, ha un potenziale enorme da sfruttare. Il mio obiettivo è provare a potenziare questa struttura così importante per il quartiere Cristo e per Alessandria più in generale”.
Parole di Federico, Fefé, Aime, che dall’inizio di settembre ha assunto la carica di coordinatore delle attività sportive e oratoriali all’interno della storica realtà di corso Acqui.
Affinità e regole
“Il primo aspetto da sottolineare, e del quale vado fiero – aggiunge Fefé, volto notissimo in città e provincia – è l’identità tra componente sportiva e valori salesiani. Chi frequenta il centro deve essere in linea con questi principi, perché servono affinità e continuità, ma anche rispetto delle regole e desiderio di collaborare. Questo posto, a mio parere, rappresenta un’eccellenza, ha spazi molto vasti e strutture rinnovate di recente: può davvero tornare ad essere il punto di riferimento che è sempre stato. La cosa importante è insistere nell’aspetto sociale, che viene prima delle attività sportive in sé. Molti identificano la Don Bosco col calcio: è vero, siamo Juventus Academy oramai da qualche anno e con il presidente Paolucci ne siamo orgogliosi, ma oltre al pallone c’è molto altro. Pallacanestro e pattinaggio, per esempio, sono un fiore all’occhiello e grazie alla collaborazione con il Cuspo stiamo potenziando ulteriori discipline. Sabato 28 c’è stato l’Open Day, proprio in sinergia con il Centro Sportivo Universitario: scherma e rugby avranno un ruolo di assoluta rilevanza”.
Alla festa del Cristo
A testimonianza ulteriore del fatto che il centro sia già radicato molto bene all’interno del tessuto sociale, c’è anche la partecipazione alla prossima festa del Cristo.
“Il 13 ottobre – conferma Aime – saremo presenti con esibizioni e dimostrazioni varie, è giusto che questo quartiere così vivace e dinamico venga celebrato nella maniera più adeguata. Personalmente credo di poter dare molto alla Don Bosco, mi approccio con la massima umiltà e sono consapevole che si debba lavorare molto, ma c’è la possibilità di offrire un percorso a tutti i ragazzi che frequenteranno la struttura. Mettiamo a disposizione un’esperienza di vita a tutti gli effetti, con scuola e oratorio che sono risorse preziose e formative. Voglio ringraziare don Mauro e don Roberto”.